Ipotiroidismo

L’ipotiroidismo è una condizione morbosa causata dall’incapacità della tiroide di sintetizzare una quantità di ormoni adeguata alle esigenze dell’organismo; più raramente, può sussistere una resistenza all’azione dei suddetti ormoni a livello tissutale.

Sintomi ipotiroidismo

Le conseguenze dell’ipotiroidismo variano in base allo stadio evolutivo durante il quale insorgono. Nella vita fetale si verificano gravi ed irreversibili alterazioni dello sviluppo corporeo e cerebrale. Anche nel bambino si possono verificare permanenti alterazioni dello sviluppo somatico ed intellettivo (gli ormoni tiroidei sono essenziali per la completa espressione dell’ormone della crescita). Si osserva inoltre un ritardo nello sviluppo sessuale.
Quando insorge in età adulta, l’ipotiroidismo si manifesta attraverso alcuni sintomi caratteristici:

cute secca e capelli radi, sottili, affaticamento fisico e debolezza muscolare cronica (l’ipotiroidismo determina una riduzione della sintesi proteica).

L’espressione del viso, caratterizzata da zone palpebrali gonfie e rime ristrette, capelli e sopracciglia scarsi, bocca semiaperta che lascia intravedere una lingua ingrossata, conferisce al volto del paziente l’aspetto inconfondibile e poco intelligente della “facies mixedematosa”; anche i tessuti sottocutanei sono caratterizzati dal cosiddetto mixedema, su cui la pressione delle dita non lascia il segno della fovea. L’ipotiroidismo determina infatti un accumulo cutaneo di mucopolisaccaridi che richiamano acqua determinando questo tipico aspetto.

Cute fredda e intolleranza alle basse temperature: una diminuzione degli ormoni tiroidei rallenta il metabolismo e il consumo di ossigeno; viene meno anche la loro attività termogenica.

Sonnolenza (letargia) che può arrivare fino al coma, depressione, rallentamento dei processi ideativi e sensazione di stanchezza; questi sintomi insorgono a causa delle alterazioni nervose indotte dall’ipotiroidismo.

Altri sintomi: costipazione, aumento del peso corporeo, pallore e anemia, raucedine ed abbassamento del tono della voce, diminuzione dell’udito e della memoria , diminuzione della fertilità, flussi mestruali abbondanti (menorragia), crampi, bradicardia e riduzione della forza contrattile del cuore, vasocostrizione, aumento dei livelli di lipoproteine a bassa densità (LDL) e trigliceridi nel siero, con conseguente e sensibile aumento del rischio di malattia coronarica. Quando è primitivo, dovuto cioè a malattie della tiroide, l’ipotiroidismo nell’adulto è caratterizzato da un esordio lento e molto graduale che può pertanto sfuggire a lungo agli occhi del medico e dello stesso paziente.

DIAGNOSI: la conferma di ipotiroidismo avviene generalmente attraverso un semplice esame del sangue, tramite il quale si andranno a valutare i livelli ormonali del paziente. Alti valori ematici di TSH e bassi livelli di T3 e T4 confermano i sospetti di ipotiroidismo.

Le cause

Si calcola che l’ipotiroidismo colpisca in media lo 0,5-1% della popolazione, con una netta prevalenza nel sesso femminile.

Varie e numerose sono le cause in grado di determinare questo quadro morboso. L’ipotiroidismo può essere determinato dall’assenza congenita della tiroide o da un suo sviluppo incompleto, per alterazioni anatomiche, per una sua asportazione chirurgica, per l’assunzione di farmaci antitiroidei o di iodio radioattivo.

Più comunemente,  le varie forme di ipotiroidismo vengono classificate in primarie o primitive, secondarie e terziarie. Nel primo gruppo rientrano tutte quelle malattie dipendenti dalla ridotta funzionalità del tessuto tiroideo, mentre si parla di ipotiroidismo secondario e terziario quando le patologie sono a carico, rispettivamente, di ipofisi ed ipotalamo. Alcuni degli ormoni secreti da queste due strutture sono infatti capaci di regolare pesantemente l’attività della tiroide.

Nella maggior parte dei casi, l’ipotiroidismo primario è  associato a malattie autoimmunitarie della tiroide (la più comune delle quali è la tiroidite cronica di Hashimoto), oppure a gravi carenze di iodio nella dieta o a cause iatrogene (uso – abuso di determinati farmaci).

Ipotiroidismo dovuto a bassi livelli di iodio

Come abbiamo più volte avuto modo di ripetere, lo iodio è un minerale essenziale per la normale funzionalità della tiroide; se manca lo iodio la ghiandola non può sintetizzare i suoi ormoni ed insorge ipotiroidismo. Fortunatamente l’organismo possiede buone riserve sia di iodio che di ormoni tiroidei, sufficienti per circa 60-90 giorni, ed il semplice consumo di sale iodato basta per allontanare il rischio di carenze specifiche.

Esistono tuttavia alcune aree del Pianeta in cui la carenza cronica di iodio nell’alimentazione provoca ipotiroidismo. A causa delle basse concentrazioni plasmatiche di ormoni tiroidei, la sintesi dell’ormone stimolante la tiroide o TSH viene sensibilmente accelerata. Questa ipersecrezione ha lo scopo di stimolare al massimo la ghiandola che, tuttavia, non riesce a sintetizzare i suoi ormoni perché non dispone di adeguate quantità di iodio. Si entra così in un circolo vizioso in cui l’iperstimolazione determina un vistoso ingrossamento della tiroide (gozzo).

Ipertiroidismo e dieta:

La dieta perl’ipertiroidismo consiste nel fornire al proprio corpo un altro valore calorico, proteine, vitamine e minerali. la dieta dovrebbe consistere in uova, carne, pollame e cereali. Minerali e vitamine come A, B complex, C, calcio e fosforo dovrebbero essere incrementate a circa il doppio delle quote normali per un essere umano adulto. Cibi ricchi di queste vitamine e minerali sono i frutti gialli come papaya, mango, latte e suoi derivati, verdure a foglia verde, e pesce. Una persona che soffre di ipertiroidismo dovrebbe limitare il fumo, l’alcool, il cioccolato e le bevande ad alto contenuto di caffeina come thè, caffè e cola.

La dieta dovrebbe essere ricca in fibre and povera in calorie. Inoltre dovrebbe contenere adeguate proteine, grassi, minerali and vitamine. Per adeguati, intendiamo per esempio che i grassi totali non dovrebbero superare i 30 grammi al giorno. Il sale da assumere dovrebbe essere limitato ad un massimo di 1-2 cucchiai al giorno, evitando quindi i cibi preconfezionati salati, come per esempio le patatine e le noccioline.